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Il cuore generoso di una fattoria di montagna

23.06.21

La storia di Leonardo, il pastore di Lettopalena che nel corso dell’emergenza sanitaria ha destinato in beneficenza l’intero ricavato delle vendite di Pasqua.

Nel Borgo Autentico di Lettopalena (CH), ai piedi del massiccio della Majella in un angolo di Abruzzo selvaggio e incontaminato, Leonardo ha dato vita alla Casetta Bianca, fattoria con caseificio che ruota attorno a un gregge di centotrenta capre allevate nel pieno rispetto della biodiversità e dei principi del benessere animale.

Una piccola realtà dove la passione per la zootecnia ha incontrato l’amore per la terra di origine di Leonardo, riportandolo nei luoghi dei suoi nonni. Un’azienda giovane e dinamica che ha compreso quanto lo sviluppo futuro non possa prescindere da una dimensione solidale e comunitaria. Allo scoppio della pandemia da Covid-19, infatti, Leonardo si è immediatamente attivato per devolvere al sistema sanitario locale l’intero ricavato della vendita dei prodotti pasquali. Nessun guadagno e nessun introito personale. Le priorità da perseguire, dopotutto, erano altre.  

Dopo più di un anno, allora, abbiamo raggiunto Leonardo e ci siamo fatti raccontare come ha vissuto quei primi momenti drammatici di pandemia e come è nata l’iniziativa benefica.

Erano strani quei primi giorni di marzo. A Casetta Bianca la vita continuava a scorrere tranquilla tra stalla e pascolo, con i ritmi frenetici dell’allevamento e i suoni della montagna in sottofondo. Curiosamente, però, non si alzava nessuna voce dalla valle e non si udiva alcuna macchina. Si percepivano soltanto i rumori del bosco e i richiami degli uccelli, gli stessi che ogni anno annunciano la fine dell’inverno e l’inizio della primavera.

Ancora oggi ricordo distintamente quella mattina, insieme a mia moglie Irene: le telefonate con i genitori sconvolti, le notizie drammatiche di intere città e paesi rimasti senza respiro. Ho pensato che dovevamo assolutamente fare qualcosa.

Pochi minuti e lanciammo sui canali telematici della Casetta Bianca l’iniziativa di solidarietà cui avevamo pensato: l’intero ricavato della vendita dei prodotti pasquali sarebbe andato a sostegno dei reparti di terapia intensiva del territorio. Ci siamo guardati lungamente negli occhi, quella mattina, io e Irene, chiedendoci «siamo proprio sicuri? Tutto il ricavato? Potremmo anche decidere di destinarne solo una parte in beneficenza», ma i dubbi si sgretolarono presto tra le braccia della montagna. Sapevamo entrambi che quella sarebbe stata la cosa più giusta da fare: aiutare coloro che stavano lottando tra la vita e la morte.

Dopo pochi giorni lo strano silenzio che si era spaventosamente esteso fino a valle, si ruppe d’improvviso riempiendosi di voci, persone, chiamate e richieste. Privati, Enti, Istituzioni e Associazioni avevano infatti accolto con favore l’iniziativa trasformando la nostra proposta in un momento di autentica unione, di sforzo corale in una battaglia durissima che ha fortificato come non mai l’intera comunità.

I giorni passarono veloci in un susseguirsi di telefonate e piccoli grandi gesti di solidarietà. Arrivammo a Pasqua e proprio quel giorno, al termine di una settimana frenetica per preparare tutti gli ordini, effettuammo il versamento: 4.300 euro sul conto corrente dedicato all’Emergenza Covid-19 della Asl Lanciano Vasto Chieti per l'acquisto di attrezzature e per l’attivazione di nuovi posti letto di terapia intensiva, necessari per assistere i malati più critici.

Sulle tavole delle famiglie, quel giorno di Pasqua, c’era proprio tutto: il nostro dono per ripartire era fatto di lavoro, unione, solidarietà, speranza, amore per la montagna, per la sua storia e le sue tradizioni. Le cose belle e importanti che fanno forte e vitale una comunità come quella di cui sentiamo orgogliosamente di fare parte".