Tu sei qui

Il borgo di Sardara sorge ai piedi della collina di su Sibizziri, al centro della fertile pianura del Campidano, nella regione storica del Monreale.

Il Borgo di Sardara

La posizione strategica di Sardara, disteso su uno sperone roccioso, ne ha da sempre favorito lo sviluppo.

Il borgo si caratterizza prevalentemente per la presenza del castello di Monreale, sulla collina omonima, e dello stabilimento di acque termali sulle antiche thermae romane e per il complesso nuragico di S. Anastasia nel centro dell’abitato.

Nel centro storico si ritrovano alcune delle architetture tipiche del Campidano, tra le meglio conservate e valorizzate in assoluto. Le case a corte fanno bella mostra di sé con i loro portali padronali, curati e impreziositi con orgoglio dai proprietari. Molti conservano ancora inciso sull’architrave il simbolo dell’attività lavorativa che vi si svolgeva all’interno: fabbri, sellai e vignaioli. Le strade, linde e ordinate, acciottolate o lastricate, ci restituiscono atmosfere d’altri tempi.

 

La Storia

Sardara ha sicuramente avuto un’antichissima frequentazione, si può parlare addirittura di Paleolitico e Neolitico, grazie alle numerose testimonianze rinvenute nel suo territorio.

Il centro abitato si sviluppò nel periodo giudicale, come dimostra la presenza del castello di Monreale.

Dopo la conquista di Iglesias e Cagliari (1323-28) il  re Alfonso d’Aragona confermò Ugone II giudice di Arborea nel possesso di molte fortezze, tra le quali il castello di Sardara.

Il castello venne frequentato da Ugone, Mariano e Eleonora d’Arborea e nel 1470 entrò in possesso del marchese di Oristano Leonardo Alagon. L’occupazione fu di breve durata in quanto l’Alagon venne battuto nella battaglia di Macomer (1478) e da questa data Sardara passò definitivamente agli Aragonesi.

Da vedere

Tra le numerose attrazioni presenti a Sardara, quella maggiormente conosciuta è rappresentata dalle Terme di Santa Maria Acquas, immerse in un bosco di eucalipti distante appena due chilometri dal centro abitato, che sfruttano fin da tempi antichi alcune sorgenti di acque mineralcarbonato-alcaline, che sgorgano a temperature vicine ai 60 – 70 gradi centigradi.

Poco distante dalle terme si trova la strada che porta su una collina dove sorge il castello di Monreale, recentemente restaurato. Secondo alcuni studiosi la costruzione del castello potrebbe riferirsi agli Arborea (tra il 1236 e il 1308) oppure, un’altra versione afferma che fosse opera dell’architetto Giovanni Capula.

Sempre in località Santa Maria de is Acquas, piccola vallata circondata da nuraghi e attraversata dal Rio Sacer e area delle antiche Aquae Neapolitanae, sorge il santuario omonimo.

Non si hanno notizie certe dell’originaria edificazione della chiesetta di Santa Maria de is Acquas, ma probabilmente esiste dai primi secoli del millennio, soggetta poi a molti rifacimenti. Oggi è Santuario Diocesano e meta di pellegrinaggio nei giorni della festa intitolata alla Madonna delle acque.

Collocata al centro del paese, in cima a una scalinata nella piazza Libertà, si erge la chiesa parrocchiale della Beata Vergine Assunta il cui impianto attuale risale ai primi anni del secolo XVII. È affiancata, sulla destra, da un campanile a canna quadrata.

A due minuti di cammino, posta a sud della parrocchia, sorge la chiesa di S. Gregorio Magno, ascrivibile ai primi decenni del XIV secolo, interessante esempio di transizione dal romanico al gotico.

A breve distanza da S. Gregorio troviamo la piccola chiesa di S. Anastasia, risalente al XV secolo, testimonianza di una continuità di culto, nello stesso luogo, dall’era pagana a quella cristiana.

Di fronte alla chiesa di S. Anastasia sorge l’omonimo tempio nuragico a pozzo, forse risalente al X sec. a.C., situato presso una sorgente di acque curative. Fu messo in luce durante le indagini di scavo condotte dal 1913. Il pozzo sacro era detto “funtana de is dolus”, fonte dei dolori, perché l’acqua minerale della vicina sorgente sacra, che arriva attraverso un canaletto in muratura a fior di pavimento, era ritenuta salutare.

All’esterno si trova una piccola area infossata, probabilmente dimora dell’altare per i sacrifici. Nel 1913 fu scavato anche il pozzo votivo conservato all’interno della chiesa che dà il nome al sito. In parte in muratura e in parte in roccia, profondo cinque metri, fu trovato colmo di doni specie di ceramiche di varia forma, di cui alcune elegantemente ornate con motivi simili o analoghi a quelli scolpiti sulla facciata.

Da gustare

I piatti tradizionali di Sardara sono quelli tipici del territorio del Medio Campidano come le fave con lardo, agnello con carciofi o finocchietti selvatici, ravioli alla ricotta e zafferano, il pane “civraxiu“, la torta di ricotta, le lumache al sugo e il buon vino prodotto dalle cantine locali.

La vocazione fortemente agricola e pastorale di questa regione ha contribuito a sviluppare una cucina basata su prodotti naturali e genuini, frutto del lavoro nei terreni locali.

Da citare sono i prodotti utilizzati nella produzione di dolci: le mandorle, i cui fiori in primavera ricoprono intere valli; il miele, dal classico millefiori al più pregiato di corbezzolo e il pregiatissimo zafferano, indispensabile nelle pardulas.

Sardara Agnello con carciofi

 

Cosa fare

Sardara vanta una serie di eventi tradizionali che si sono tramandati nei secoli e ancora vengono riproposti. La festa di Santa Maria Acquas ha origini antichissime, già le popolazioni protosarde veneravano un’antica divinità pagana probabilmente riconducibile a Santa Maria delle acque. I festeggiamenti in onore della Santa iniziano il penultimo lunedì di settembre e durano quattro giorni. Le celebrazioni religiose sono accompagnate dall’esibizione di gruppi folkloristici, spettacoli musicali e degustazioni enogastronomiche.

Nel mese di maggio viene organizzata la sagra della pecora nella località termale e il primo fine settimana settembre è dedicato alla sagra del grano, cereale molto diffuso nel territorio. L’8 dicembre si svolge la sagra del vino novello, accompagnata da spettacoli di musica e balli tradizionali.

LINK UTILI